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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Sesto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1841, pagine 667

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
   a7
   tnostrando in nn medesimo tempo gran viltà e tra»
   scuraggine , per aver posto così le cose io disordine, e non avendo poi avuto altro pensiero che di mettere in salvo sè stesso. Mentre che si apparecchiava il Legato a fuggire , e che i Magistrati tutti coi quaranta Senatori per la paura si erano ritirati nel palazzo, pareva a Paciotto Fantuzzi che i Bentivogli tardassero troppo ad appressarsi alla città; e per ciò dubitando che l'indugio non portasse pericolo, prese con lui alcuni compagni, ed uscito fuori della città andò loro incontro, e certificandogli della fuga del Legato, e che il popolo era in favor loro, gH sollecitò a cavalcar prestamente, acciocché il Duca di Urbino non arrivasse
   J>rima di loro , e che per ciò non trovassero poi e cose in maggior difficoltà. Cavalcando dunque con quanta prestezza fu possibile, giunsero alla Porta di san Felice, dove trovarono levato il ponte ; onde stettero in dubbio di essere burlati : ma uscito a loro incontro Lorenzo Ariosti con alcuni compagni, li salutò amichevolmente, e disse di aver così levato il ponte , perchè non voleva che essi entrassero, se prima non promettevano di non aver a molestare qualsivoglia cittadino ancora che fosse nimico loro; e questo disse, che voleva, perchè nella città si avesse a star in pace.
   Intesa la proposta di Lorenzo , tutti diedero la fede i Bentivoglio, e quei che erano con loro, di osservare quanto egli detto aveva: e così furono lasciati entrare; e trovate le strade piene, perchè era di notte, di accesi lumi, scorsero tutta la città, gridando il popolo Sega, Sega; e poi andarono in palazzo, dove trovarono i Magistrati ed i Senatori, che tutti non potendone altro, mostrarono di vedergli con allegra cera, quantunque fossero per la maggior parte di mala voglia ; e parimenti i Bentivoglio mostrarono buon viso a tutti, se ben vedevano e conoscevano molti, esser loro nemici. Volle allora Giovambattista Castelli Gonfaloniero di Giustizia rinunciare il magistrato nelle mani di
   Annoi. Boi. T. VL
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