BOLOGNESI
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   fiè de* Veneziani ; mandò ad avvisare il Pontefice dello stato, nel qnale egli si trovava, dimandando Ciò eh' egli avesse a fare ; ed ebbe per risposta, Che non potendosi tenere, lasciasse il Castello al popolo con migliori patti che fosse possibile, onde il Castellano fo consegnò ai Gonfalonieri del po-polo, ed ai Massari delle Arti, i quali lo accetta-' rono in nome del popolo; e disse loro il Castellano, che lo dovessero conservare intero e fornito nel modo oh' egli età, per averlo poi a restituire al Pontefice: ma consultando insieme i Magistrati con i Bentivogli, e con Giovangiaeomo Triulzi capitano de'Francesi di ciò che s'avesse a fare di quel Castello, dòpo molti ragionamenti si conohmse per consiglio dato dal Trinisi, ohe fosse meglio di atterrarlo, Siccome già due volte ne'tempi passati si era fatto; onde facendovi il popolo alcune mine fcon molta polvere di artiglieria, fu minato e messo tutto in fracasso.
   Pochi giorni dopo un tal fatto, non ostante che i Gattonici della Cattedrale di Bologna costretti a ciò dai Bentivogli, avessero costituito Vescovo il Protonotario Bentivoglio, e datogli anche per ciò alloggiamento net Palano Episcopale, il Pontefice diede il Vescovato ad Achille Grassi bolognese Cardinale di san Sisto, il quale mandò poi tosto a pigliarne il possesso, che gli fa conceduto da' Canonici ed anco dal Bentivoglio, il quale conosceva che alla fine sarebbe stato necessario di lasciar per forza quello, ohe d'accordo non avesse voluto con* Cedere. Ma con tutto che i bolognesi avessero allora un loro cittadino per Vescovo e Pastore, ave-Vano nondimeno poca consolazione spirituale; perciocché il Pontefice aveva mandate lo interdetto a tutta la città, per aver dato ricetto ai Bentivoglio nemici della Chiesa ed iseomunieatit laonde stavano di mala voglia i cittadini, trovandosi privi degli taffici Divini, e non potendo seppellire i morti loro in luogo sacro. — Trovandosi in cotal termine le cose, attendevano i Bentivogli ad ordinare a modo