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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Sesto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1841, pagine 667

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a cura di Federico Adamoli

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   ANNALI
   Mentre che il Bndrioli era in Imola, e che i Bentivoglio, avendo già mandato fuori della città le donne loro colle bagaglio si mettevano in ordine per partirsi, occorse che Paciotto Fantuzzi, avendo in compagnia certi suoi amici, andò in Porta di Castello per negoziare alcune faccende con Catelano Castelli : onde fu detto ai Bentivoglio che si adunava gente in casa di Castelli per iscacciar loro con ignominia, e danno, e violenza. Il perchè tutti della famiglia entrarono in gravi sospetti, e soprammodo Ermete, che percosso di rabbia e forse di timore ad un tempo , andò in piazza, accompagnato da molti amici, vantandosi di voler uccidere tutti coloro che disegnavano di offenderlo. Per la qual cosa i Castelli che non si tenevano essi ancora troppo sicuri , avvisarono assai cittadini di ciò che minacciavano i Bentivoglio, e li pregarono che volessero esser con loro, acciocché quelli non tentassero di
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   i, trai quali Lorenzo Bianchetti, Agamennone Grassi, Cornelio Laniber-tini ed Ovidio Bargellini con altri assai, e tutti si dissero e tenner pronti per menare le mani.
   Or mentre da due parti si apparecchiavano i cittadini per mostrare di voler combattere , Giacomo Maria Lini e Baldisserra Catani s'interposero acciocché questo non seguisse : e poco ebbero a faticare per ottenere l'intento loro ; imperciocché tanto gli uni quanto gli altri non si diedero a veder coraggiosi che in apparenza di parole : ne' fatti invece eran lenti; e ben dimostravano, col lor disporsi all'attacco quanta incertezza dominasse entrambi i partiti, e come tenessero di niun vantaggio, e forse anche nocivo, ed il perdere ed il vincere: chè vergogna sarebbe stato aver la peggio, e folle onore ottener vittoria sopra de'proprii concittadini ; e della vittoria non godere a lungo i vantaggi, perchè le cose dell' Italia ornai piegavano a tale, che governi a comune, e non dipendenti da protettori non
   furono alle case dei