BOLOGNESI
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sarebbero più, o a gran fatica, e con immensi sa-grifizi sarebbono. Alle persuasioni adunque del Lini e del Catani di leggieri cedettero i due partiti bolognesi , e si conchiuse 1' accordo in questi patti reciproci :
„ Che i Bentivoglio coi loro amici si partissero di Bologna senza molestare alcuno; ma affinchè essi pure fossero sicuri della vita e delle robe nella partenza loro, se ne andrebbero prima i Castelli ed i Fantuzzi cogli altri amici loro a Castel Franco, ed ivi stessero fintanto che i Bentivoglio fossero usciti dal contado di Bologna.—Ciò fu fatto secóndo l'accordo : e il giorno seguente i Bentivoglio, avendo prima visitato il Gonfalonier di Giustizia coi signori Anziani ed il Senato si partirono per la Porta di san Donato, accompagnati da non pochi dei lor par» • tigiani,e passarono a Ferrara dal suocero Duca,gran
Sartigiano di Francia, cavalcando in compagnia loro attista Bongiovanni Governatore, lasciato dal Sanse verino Legato del Conciliabolo Pisano. E allora soltanto tornarono a Bologna i Castelli ed i Fantuzzi, con tutti gli altri ch'erano iti a Castel Franco, secondo il patto cogli avversar» sbanditi. Andossene adunque col corpo Annibale Bentivoglio, ma col-l'anima dimorava nella città che gli fu culla, a oui anelava mai sempre, e cui per tre volte ancora fece tentativo di ritornare : Ermes nell' anno appresso piegò l'orgoglio in umiltà, e fu ambasciatore del I>uca di Ferrara a Leon X. per rallegrarsi della sua esaltazione al Seggio di Pietro ; e poco appresso , combattendo coi Veneziani e col Re di Francia contro degli Spagnuoli e deljjppa, morì a Vicenza sul campo, chiudendo con un fine onorato una vita breve ma abbominevole: Anton Galeazzo, spogliato de' suoi benefizi ecclesiastici, venuto a Bologna coi fratelli, e con essi partito per 1' accordo col Senato e col Fantuzzi, passò poi a Roma quando fu eletto Leon X., e provveduto nuovamente di benefizi , e dell'arci pretura di Casteggio , datagli dal Duca di Milano^ morì alla fine di pestilenza in sul Tevere