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ANNALI
de*filosofi, de'poeti e degli artisti contemporaneis sicché la posterità è quasi volta a credere che i grandi uomini fossero fatti da lui, anziché protetti e sostenuti; tanta fu sempre l'influenza oh'ebbe il gran Papa verso coloro cbe in sul Tevere trovavano si, colmandoli a tutto potere delle sue liberalità* Abbellì i suoi palagi, e le fabbriche principali, e lè piazze di Roma , introducendovi i capolavori .dell' antichità e de* contemporanei t si piaoque di coti versare coi filosofi e coi poeti, che alle sue pub* bliche mense ebbe sempre oompsgni, e quasi ospiti nel proprio palazzo. Diedesi insomma il gran Leon? fàù alle arti della pace che della politioa, pi il allo splendore che ad altro, più alle aperte liberalità -che alle ponderate concessioni. Gli Scismi di Lute^ ro( che già principiavano ad aver vita, minacciavano sin d'allora dalPElvezia e da Lamagna la quieta della Chiesa Cattolica.
Forse la povertà di privato in cui si stette per diciotto anni misegli in cuore desiderio altissimo ds sftagnifioenza ; e questo fu il maggior pensiero della mente sua; il perohè ottenne poi di far nominare Buca di Nemours il fratel proprio Giuliano, e Duca d'Urbino il nipote Lorenzo. A ciò si aggiunga il desiderio suo di formare pel fratello un nuovo Stato coi distretti di Parma, di Piaeenzà, di Reggio e di Modena ; ed un altro pel nipote ooi feudi di pa~ reochi Principi, che ancor vivevano alla dispotica in mezZo agli Stati della Chiesa.
In questa condizione delle cose il Sommo Pontefice e la Venezia erano le sole potenze che. serbasi sero ancora qualche luce dell' antica loro indipen» denza degli stranieri. Era venuto fatto a Giulio IL di ricondurre sotto la immediata sovranità della Santa Sede la Romagna, la Marca , il Patrimonio e la Campagna di Roma. A ni uno dei vassalli della Chiesa aveva égli risparmiato fuorché al riroprio nipote Giammaria della Rovere * Duca d-Urbino. Nell'atto che i Francesi furono sconfitti, aveva: egli separate dal Milanese Parma et Piacenza : al Duca