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BOLOGNESI 87
iV imprendere coli' assistenza del Duca di Savoia la trattativa di una nuova convenzione; o almeno all' oggetto ( siccome è stato conghietturato con non poca probabilità) che nel caso di un felice riusci-menfo delle armi del Monarca, il Papa potesse con esso lui entrare in questa negoziazione.
Neppure gli alleati del Papa, eccettuati solo gli Svizzeri, non diedero a vedere una maggiore inclinazione di quella che egli avesse di opporsi ai progressi dei Francesi. L* Imperatore eletto non comparve in quella occasione , nè in persona , nè per mezzo de* suoi rappresentanti. Il Viceré Cardona alla testa dell' esercito Spagnuolo, dopo di avere lungamente aspettato a Verona invano i rinforzi di truppe, o i soccorsi in danaro che Massimiliano avea promesso di fornire, abbandonò quella piazza, e recossi a Piacenza per unirsi alle genti che erano sotto il comando di Lorenzo de'Medici. Al tempo stesso Francesco giunse col rimanente della sua armata a Torino, dove fu splendidamente accolto dal suo prossimo parente Carlo III. Duca di Savoia. Quando gli Svizzeri si trovarono stretti vivamente da' Francesi, e non sostenuti punto dai loro alleati, i quali avea-no un più grande interesse che non essi nella causa , prestarono orecchio alle rimostranze del Duca di Savoia, il quale intraprese di conchiudere una riconciliazione tra essi ed il Re. Nè è forse improbabile che gli sforzi di lui fossero stati contrariati e resi inutili dalle querela e dalle esortazioni del Cardinale di Sion, il quale essendo irreconciliabilmente avverso alla causa de'Francesi, e godendo di una grande influenza sui proprii paesani, gli stimolò con tutti i mezzi , che erano in suo potere , a perseverare nella loro opposizione. Egli recossi anche a Piacenza, dove riuscì ad ottenere dal Cardona un soccorso di 70,000 ducati, ed un corpo di cinquecento uomini di cavalleria sotto il comando di Lodovico Orsino conte di Pittigliano ; e con questo egli tornò ai suoi patriotti, i quali ( ottenuto questo rinforzo) rigettarono le trattative di pace