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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Settimo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 522

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI 3i7
   Per la qual cosa non farà meraviglia se, morto il Francia,avessero in Bologna numerosa scuola Timo-la e il Bagnacavallo, e se le opere di quest'ultimo, che lavorò a fresco moltissimo in san Michele in Bosco , in san Salvatore, in santo Stefano, e qua e colà negli esteriori delle case, vennero ammirate e studiate dai Carracci, dall' Albani, e da Guido Reni, i quali la grandiosa nobiltà ne lodavano meritamente. Fra gli altri allievi del Ramenghi è a notarsi Giambattista suo figliuolo, che aiutò il Vasari a dipingere il gran salone nel Palazzo vecchio ducale di Firenze; ed il Tibaldi ch'ebbe ingegno, fantasia e saper di muscoli più d' ogni altro cinquecentista dopo l'immenso Michelangelo. Ma per tornare al Ramenghi diremo che giunto esso all'anno cinquantottesimo dell'età sua, morì in Bologna, senz' aver forse veduto mai Bagnacavallo ; il che indurrebbe a sospettare o che colà non fosse nato, o che più non vi avesse congiunti.
   Giammaria Chiodarolo è un altro scolaro del Francia. Poco si sa di questo artista, il quale operò dal principio del secolo decimosesto fino all'anno i5a8. Il Baldi ne toccò brevemente; e ne disse alcuna parola il gran maestro nelle sne note, dove discorre de' proprii alunni. Anche il Montalbani ed il Ma-sini fanno parole di lui ; e il primo (con Leandro Alberti Domenicano) lo afferma scultore, e ritiene che lavorasse nell' Arca famosa di san Domenico ; mentre 1' altro non lo annovera se non pittore bolognese, ed asserisce col Cavazzone, che dipingesse a fresco nella ragguardevole chiesa di santa Cecilia. Il Malvasia sentenzia per deboli i suoi lavori in
   Zuesta chiesa; ma s'.egli è vero (come riporta il amo) che la dipintura dell'Angelo che incorona i santi sposi Valeriano e Cecilia sia cosa sua, conviene dar nota d'insufficiente giudice al buon canonico, poiché l'artefice d'una tanta opera é certo frai più puri ed eletti del bel cinquecento nella sua prima metà. Ed è sciagura per le arti che le storie mitologiche di Giammaria nel Palazzino della Viola,