BOLOGNESI 3i7
uno de' migliori fra quegli artisti che anoora tengono del vecchio stile. Ricco di fama e di danaro andò a Roma ornai vecchio, e quivi allucinato da scaltri compagnoni, menò in moglie una mata donna, che consumogli le sostanze e la vita; ond'egli quasi settuagenario morì sul Tevere miseramente verso il i54o.
E di Biagio Puppini o Pippini or ora nominato sappiamo dal Vasari, dal Malvasia e dagli altri storiografi ch'egli era bolognese, scolaro del Francia, studioso inoltre di Raffaello (come addimostra la sant'Orsola nella chiesa degli Eremitani di san Giacomo ) e che molto lavorò col Bagnacavallo e con Girolamo da Carpi, sapendo trarre da tatti pensieri e movenze per farne suo prò. In Bologna sono perite molte pitture d'ornamento a fresco nelle facciate delle case, e molte operazioni nelle chiese, e specialmente a san Michele in Bosco ; ma pur tuttavia ne sono rimaste abbastanza ad olio per render saggio della maniera di lui, il quale fu ancora eccellente musico , e fioriva nell' uno e nell' altro studio nel 153o all' incirca ; ignorandosi il preciso tempo della nascita e della morte di lui, e fors'anche il luogo dove questa avvenisse.
Nè taceremo fra gli scolari del Francia Mastro Amico Aspertini, stranissimo di pensamenti e di mano, nato in Bologna nel i474> e studioso di tatti que'pittori onde vide le opere per l'Italia, da lui visitata con intenzione di osservare e di ridere alle spese d'ognuno. Ebbe una maniera singolare , non ispregevole però per certa pratica di buon disegno, specialmente nelle opere che condusse in Roma, ed in quelle che dipinse in Lucca a san Frìdiano, le
Suali esistono ancora, e sarebbe ottimo che si pub-licassero in istampa, illustrandole debitamente colla dottrina dello scritto. In san Petronio di Bologna, in san Martino ed in santa Cecilia sono di lui buone opere ma un po'bizzarre; come fu bizzarrissima una risurrezione di Gesù Cristo, dove figurò alcune guardie schiacciate sotto il coperchio del sepolcro.