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Contributo ad una biografia di Gaetano Donizetti
Lettere e documenti inediti
Verzino Edoardo Clemente
L. Carnazzi Editore Bergamo, 1896, pagine 196

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ed io in mezzo a questo ho voluto scherzare con musica che abbisogna di qualche intelligenza.....»
   La musa Donizettiana, che aveva taciuto nel 1825, si risvegliò feconda nell'anno successivo, avendo il Maestro in quell'anno messe in iscena tre nuove opere, due a Palermo (1' « Alahor in Granata » e « Il castello degli invalidi »), ed una al S. Carlo a Napoli, P « Elvida », in liti atto. Questo ultimo breve spartito ebbe misero successo, come ben prevedeva l'autore scrivendo, il 30 Maggio 1826, al M. Mayr :
   Questa sera va in scena al S. Carlo Bianca e Gei~nando (Fernando nò perchè è peccato) del nostro Bellini, prima sua produzione bella, bella, bella e specialmente per la prima volta che scrive. E pur troppo bella che me ne accorgerò io con la mia da qui a quindici giorni.
   Nel 1827 Donizetti ritornò a Roma, ove — più che le cure della concertazione e delle prove della sua nuova opera, che doveva rappresentarsi a quel Teatro Valle — lo sospingeva il profondo affetto del quale s'era preso per una colta e bella signorina, figlia dell'Av-