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singa, bravamente fattagli balenare dal figlio, di formare, col tempo, una sola famiglia a Bergamo.
Il Maestro, appena sposata la sua Virginia, se la porṭ a Napoli, ove era stato chiamato dal famoso Domenico Barbaja impresario dei Regi Teatri di S. Carlo e del Fondo. Figli aveva scritturato Donizetti, come aveva avuto al suo soldo il Rossini e Bellini, che, proprio allora, dopo il successo di quell'anno collo spartito « Bianca e Fernando, » aveva abbandonato il Barbaja e firmato un contratto, pel teatro della Scala a Milano, di un' opera, che fu poi « Il Pirata ».
Non certamente lauti erano i patti offerti a Donizetti; che per duecento ducati al mese per tre anni si era obbligato a scrivere ogni anno due opere serie e due buffe, mentre per cinquanta scudi al mese doveva attendere alla direzione dell'orchestra del Teatro Nuovo.
Come abbiamo antecedentemente accennato, Donizetti, intanto che conduceva a buon porto le trattative del suo matrimonio, aveva posto in iscena, nella stagione di Carnevale, al Teatro Valle un' opera di genere buffo, che portava il titolo « Olivo e Pasquale ». Il libretto era del Ferretti.
Interpretato dalla Bonini, dal Verger, dal