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Compose quindi un oratorio in tre atti (i) — parole del Giraldoni —, che fece rappresentare nella Stagione di Quaresima al Teatro S. Carlo dalla Boccabadati, dal Lablache e dal Winther. Notizie dell'esito le abbiamo da fonte sicura, dillo stesso autore, che cosi ne scriveva al babbo— non risparmiandogli, anche questa volta, delle velate punture per la sua poca soda e poco seria coltura musicale.
I.' Oratorio, lj prima sera ebbe molti propizi voti e molti contiarì, ma pare che in seguito abbia vinto il partito propizio, non dall'essere io chiamato sul palco, ma dall'esser stato fatto tutta la Quaresima. In questa musica azzardo dire vi ho faticato assai, e me ne trovai ben contento. Se voi credete trovarci le cabalette, allora non cercate • sentirle, ma se volete intendere come io abbia inteso dividere il genere di musica profano dal sucro1 allora soffrite, sentite, e fischiate se non vi piace.
La « Francesca di Foix » — rappresentatasi nell'estate, pure al S. Carlo —, e « La Romanziera <) — datasi nella stagione d'autunno al Fondo — sono due brevi spartiti in un atto, che al solito ebbero buon viso dal pubblico napoletano. « Sarà perchè son benveduto, scriveva Donizetti, ma io qui tutto ciò che
(i) Il Diluvio universale.