— 6o -
Dopo d' aver narrato la tela del melodramma tolto dal Filtro di Scribe, il Pezzi, soggiunge :
« Lasciam pertanto da parte il libretto, egli è degno di Romani, quantunque non si possa dire uno de'suoi migliori.
Ritorniamo al maestro verso di cui non v'è pericolo eccedere nelle lodi Appena, appena il principio dell' introduzione all'alzar della tenda, ed un coro di donne nel secondo atto, appena quei due pezzi diciamo, scadono al paragone degli altri. Noi notiamo tal cosa, non già per soverchia esigenza, ma soltanto per dare un po' di riscontro alle nostre iodi, onde rifulgano di quel chiaro-scuio che è tanto necessario in ogni cosa. Arie, duetti, terzetti, pezzi di insieme, tanto nel primo che nel secondo atto, tutto è bello, bellissimo ed applaudito. Il dire qual pezzo sia migliore dell'altro non è agevole faccenda.
Tuttoché torni inutile il dirlo, il compositore venne applaudito ad ogni pezzo ; e, al calar della tenda al line degli atti, acclamato più e più volte sul proscenio in un coi cantanti, a riscuotere onorevole e meritato guiderdone. Lo stile musicale di questo spartito, è vivo, brillante, del vero genere buffo. Il passaggio dal buffo al serio, si scorge eseguito con una graduazione sorprendente, e l'affettuoso è trattato con quella musicale passione, ond'è famoso l'autore dell'/imm Bolena. Una strc-mentazione sempre ragionata e brillante, adatta