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Giosue Carducci
Biografia - Opere - Metrica
A. Franzoni
Società Tip. succ. Wilmant Lodi Milano, 1909, pagine 92

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - So —
   liani che ne rendessero l'armonia: cosicché appartengono alla scuola che il Carducci disse barbara, ed il cui metodo egli perfezionò.
   Dopo queste dilucidazioni, ecco le più usate combinazioni metriche del Carducci:
   I. — Esametro — Questo metro che, coni' è noto, è vanissimo, ma pur sempre diviso in due parti, fu dunque reso dal Carducci secondo l'armonia che avrebbe in latino se fosse letto ad accenti grammaticali: e, secondo le sue varietà, fu riprodotto con a) un quinario più un novenario ovvero un decasillabo, b) un senario più -un novenario, c) un settenario più un ottonario o un novenario — forma, quest'ultima, preferita.
   A'.s. — Ricordo. Fulvo il sole tra i rossi vapori e le nubi calde al mare scendeva, come un grande clipeo di rame che in barbariche pugne corrusca ondeggiando, poi cade.
   (Una sera di i>. Pietro).
   II. — Distico elegiaco — Composizione di due specie di versi, esametro e pentametro. Abbiamo già considerato l'esametro; quanto al pentametro, esso pure risultante di due parti, la sua costruzione è di a) un quinario sdrucciolo ovvero piano più un senario sdrucciolo, b) di un senario sdrucciolo più un settenario piano, c) di un settenario piano più un altro settenario piano.
   Es. — Quando a le nostre case la diva severa discende da lungi il rombo de la volante s'ode.
   (Mors).
   Tuttavia in una breve lirica — Nevicata — il Carducci ha composto il pentametro con un sette-