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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   pubblici e lettere private dal u2~> marzo, non avevano detronizzato gennaio, come tentano di fare i mesi fratelli nel contrasto di Bonvicino da Riva, dal posto che occupava secondo la tradizione antichissima e secondo la Chiesa. Altrimenti non si capirebbe, per esempio, perchè i podestà di/ Firenze assumevano l'uffìzio il 1° gennaio e non il 25 marzo; — perchè proprio il 31 dicembre Boccàccio di Ghellino faceva porre ad ardere nel focolare domestico il ceppo ('); — perchè proprio il 1° gennaio 1304, in Santa Maria Novella, fra Giordano da Rivalto uscì a dire: « Questo dì non ha nulla ragione di essere capo d'anno » (2).
   E vero che la data della lettera, scritta dal Boccaccio al duca di Durazzo nell'aprile del 1339, è ab incarnai mie: ma la lettera da lui mandata all'Acciainoli nel 1341 porta: « a dì xxvm d'agosto Anni Uomini 1341 », contando, cioè, a nativitate. — L'Hau-vette domanda se si trovino documenti fiorentini non datati secondo lo stile fiorentino. Sì, alcuni ne indica il Marzi nell'importante suo libro su la Cancelleria della Rejmbblica fiorentina (3), e avverte che, se « gli scrittori e notari fiorentini usavan tutti concordi lo stile dell'Incarnazione, Vuso era tradizionale, non obbligatorio ».
   Più utilmente l'Hauvettfr reca alla biografia una correzione ed un particolare, che si può dir nuovo, perchè sinora generalmente ignorato. Dimostra che la tragica morte del gran maestro de' Templari, Giacomo Molay, alla quale il padre del Boccaccio fu presente, avvenne nel marzo del 1314 (stile comune)
   (1) De Ocnealogiie XII, 65.
   (3) Prediche; Firenze, MDCCXXXVIII, 86.
   (3) Rocca S. C'asciano ; Cappèlli, 1910, 433 sgg.