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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 11 —
   non del 1313; e ci fa sapere che, nel libro della colletta (taille) imposta dal re Filippo il Bello, alla fine del 1313, « per la cavalleria del re di Navarra suo figliuolo primogenito », sono segnati per trenta soldi parigini Boccassin lombcirt et son frère, dimoranti tra la via Pierre-au-let e la via des Arsis, presso
   la chiesa di Saint Jacques la Boucherie.
   *
   Dopo 1' anno della nascita del Boccaccio, si rimette in discussione quello, in cui s'innamorò di Maria d'Aquino, e per conseguenza, quello, in cui venne a Napoli; si dubita delle conclusioni alle quali con una dimostrazione ampia, vigorosa, stringata e suggestiva, era giunto Arnaldo della Torre ('). L'Hut-ten, che le ha lucidamente riassunte in una delle appendici, le tiene per Vangelo; ma non si piega ad accettarle l'Hauvette, e si annunzia che altri studiosi le rifiutano. Confesso che anche io. passata la prima impressione di schietta ammirazione per il dotto e acutissimo ragionamento del giovine e valente professore. non sono riuscito a persuadermene. Esso s'impernia tutto sul presupposto che il Boccaccio, versato nell'astronomia, come appare dalla lettera Sacrae famis e dall'episodio d'Idalagos nel Filocolo; introdotto allo studio di essa dall'amico Calmeta, e, dopo, istruito dal celebre astronomo Andalon del Negro; quando volle indicare il giorno, che vide Maria per la prima volta, non potè non attenersi strettamente al calendario astronomico, il quale « poneva l'entrata
   (') La giorincssa di Giovanni Boccaccio-, Città di Castello, Lapi, 1905.