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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 13 —
   posi sopra i due poli, l'equatore ('), lo zodiaco e il tropico del cancro; pochino a dire il vero. Per compenso, non ignora che Venere è la dea dell'amore, Marte il dio della guerra, e Giove, re dell'età d'argento, giudicò equamente; può chiamare, o capire perchè si chiami Amone frìsseo l'Ariete, prole di Leda i Gemelli, via arsa da Fetonte la Galassia, animale mandato da Pallade (o da Diana?) contro Orione lo Scorpione, madre Amaltea « la Capra del cielo » o Capricorno, troiana prole l'Aquario (Ganimede).
   Il Boccaccio non seguì davvero un' ispirazione felice quando, nel Filocolo, imaginò che il disgraziato Idalagos, legato nei nocchi del pino, si fosse affaticato non breve tempo a richiamarsi alla memoria, per filo e per segno, gl'insegnamenti di Calmeta. Bene inteso, Idalagos li ricorda per filo e per segno; ma Calmeta, sia detto con la riverenza dovuta al « pastor solen-nissimo », non molto forte in didattica, li dava un po' a casaccio.
   1 maestri di astronomia — Macrobio, Marciano Capella, Alfragano, Brunetto Latini, fra Bistoro di Arezzo ; cito quelli, che ho a mano — cominciano « da vero principio », dalla sfera celeste e dai cerchi massimi e minori; Calmeta, come il Boccaccio nella lettera Sacrae famis, dai sette pianeti e dallo Zodiaco. Proseguendo, di due soli cerchi dice qualche cosetta, dei due coluri ! I trattatisti, per esempio M. Capella (2), solevano, e sogliono, indicare le co-
   (') « Recturn equinotiura curvumque zodiacum » e, poco dopo, « trans equinotium transiens vides Chelen », nelle stampe del Corazzini e del Traversari. È chiaro che si deve leggere eqniiwtialem.
   (-) Per chi volesse fare il confronto : « Aquilonis habent partem utraque Septentrio, Draco qui inter utramque flexuosus inlabitur, Ar-