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e quali aumentati dalla fortuna fossero, dimostrò; e similmente di qua! pianeta fosse casa, e quale in esso s'esaltasse la triplicità, e li termini di ciascuno in quello, e le tre facce.... (!)
Mostrando appresso così . de'pianeti come de'segni le complessioni, i sessi e le potenzie determinate negli umani membri, e come alla lor signoria imprima in sette, e poi in dodici parti sia il mondo diviso, così quello, che sotto i sette climi l'abita, come l'altro. Con questo dicendo la variazione delle loro elevazioni pe'diversi orizzonti, e che legge da lor sia provata nel ritondo anno, mutando i tempi.
Che è questo? Un'infarinatura di astronomia propriamente detta, insieme con uno spruzzo di astrologia. La forma schematica dà l'impressione dell'indice dei capitoli d'un trattato: l'indice si può citare senza aver letto il trattato.
Perchè si veda subito che non ho punto l'intenzione di mancar di rispetto al nostro grande novellatore, dirò che anche il suo « maestro » Dante, qualche volta, enumerò autori e libri, che non conosceva de visu, ma di cui gli forniva nomi e notizie la cronaca di Martino Polono, o qualche altro repertorio, lo non credo, per esempio, che avesse letto le opere dell'Abate Gioachino « Di spirito profetico dotato », o di quel Pietro Mangiatore, che anche il Boccaccio ricorda nella lettera Mavortis miles. Comunque sia, si osservi come diversamente sia trattata la materia, dirò, propriamente astronomica, dalla materia ornamentale, mitologica. Tornano qui, con qualche variante, il nido di Leda, il Monton Frisso, i due fratelli di Clitennestra, 1' animale uscito dalla terra a ferire Orione, la nutrice
I1) Questa nomenclatura si può veder dichiarata nel libro del Lax-glois, La connaissance de la nature et du monde au Moyen Age; Paris. Hacliette, 1911, 144, 298 sgg.