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fornicatore, « et scelestum circum talia hominem »; che l'astro di Saturno è odioso e nocivo (').
Ma, si può domandare, perchè, possedendo elementari, sì, ma innegabili cognizioni astronomiche, il Boccaccio avrebbe ignorato che la primavera cominciava realmente il 14 marzo? L'Hutten asserisce: Il discepolo di Calmeta e di Andalone non lo poteva ignorare. Prima di lui, l'aveva voluto provare il Della Torre con abbondanza di argomenti, uno de'quali tratto proprio dal luogo del Filocolo sin qui analizzato. Biferisce Idalagos :
Con quel medesimo ordine (Calmeta) del retrogradò Cancro cantò; e del feroce Leone, e della Vergine onesta, nella fine della quale il Coluro di Libra, equinozio facente da sè incominciare____Poi____de' Pesci di Venere nel luogo ove dimorano situati, dicendo nella fine di quelli il Coluro d'Ariete cominciarsi insieme con lo equinozio del detto segno.
E il Della Torre commenta : « Ognuno capisce che è troppo naturale, per non dire necessario, parlando dei solstizi e degli equinozi, il dire in qnal data, precisa essi cadono, perchè Calmeta non lo dicesse ad Idalagos. E vorremmo quindi dubitare che Calmeta spiegasse al Boccaccio quella differenza che a questo proposito si notava fra il Calendario ecclesiastico ed il reale, e di cui tutti quelli che potremmo chiamare manuali di astronomia medievale parlano »?
Dire la data precisa non pare fosse necessario; i trattati di M. Capella, di Alfragano e di Fra Ristoro* ne tacciono. Ma ciò importa meno. Molto più degno di considerazione attenta è il fatto che, pure toccando degli equinozi e dei solstizi, Calmeta non
(!> De Genealogiis II, 7; Vili, proemio; IX, 4.