Stai consultando: 'Per la biografia di Giovanni Boccaccio ', Francesco Torraca

   

Pagina (19/434)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (19/434)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   - 20 -
   Rafforza la mia incredulità la considerazione che il Boccaccio non si valse di tale conoscenza nemmeno quando sarebbe stato opportuno; quando scriveva non un romanzo, ma opere seriissimamente concepite e intraprese. In un capitolo delle Genealogie (IX, 22), tutto pieno di reminiscenze degl'insegnamenti del « venerabile Andalò », discutendo perchè Teodonzio avesse detto che Venere ospitò le Furie nella casa di Marte, avvertì che Marte ha due case, l'Ariete e lo Scorpione; confessò di non sapere di quale delle due si trattasse; e propose due spiegazioni, delle quali questa è la prima: « si in Arietem duxerit, initium veris designari credo, cum lune ver incipiat quando sol arietem intrat », e allora tutti gli animali, come dice Virgilio, « in fu-rias ignesque ruunt ». Era scritto anche su i boccali di Montelupo che la primavera comincia quando il sole entra in Ariete; ma ben pochi sapevano che, verso il 1365, vi entrava il 14 marzo, e anche prima; pure, il Boccaccio accolse nel suo latino la nozione divulgatissima, e tacque affatto della meno divulgata. Più tardi, commentando i versi 37-40 del I canto del-l'Inferno, parlò abbastanza a lungo delle stagioni e dello Zodiaco e dei suoi segni; notò che, « secondo alcuni », nel principio di Ariete Dio creò e pose il corpo del sole; infine, dopo aver tradotto in prosa il testo, soggiunse : « volendo per questo darne ad intendere quando da prima (Dante) pose la mano alla presente opera, essere circa al principio della primavera, e così fu, siccome appresso apparirà: egli nella presente fantasia entrò a dì 25 di marzo ». Oh, perchè non disse: — Quando già il sole era pervenuto all'undecimo grado di Ariete ?