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autorità e importanza, così ella seppe entrar nelle grazie della seconda moglie di Roberto, Sancia, e della nuora, Maria, moglie di Carlo duca di Calabria.
Raymundus quidem, ex servo popinario nules factus et claro Philippae Cathinensis sublimatus coniugio, inter milites sese non minimum gerere, commissa peragere, multa tractare. rem insuper privatam summo studio augere. Sic et Philippa, Violanta iam mortua, venienti Sancia Roberti iam Regis uxori, se sumina cura obsequentem inferre; sic et Mariae Caroli, Roberti regis filli, coniugi, eisque adstare, servire, et imperanti-bus se promtam praestare, ornatus et lotionum variarum ma-gistram percommorìe cxhibere.
Alcune delle « non poche » inesattezze di questo passo non furono taciute dal Della Torre ('); io vi rileverò una singolarissima omissione. Prima di sposare Maria di Yalois, Carlo di Calabria aveva sposato, nel 131(5, la vedova dell'imperatore Arrigo VII, Caterina d'Austria, che visse fino al gennaio del 1323: il Boccaccio non la nomina nemmeno, come se ne avesse ignorato l'esistenza. Forse Filippa, che pure stava in corte presso la regina Sancia, non offrì ì suoi servigi a Caterina, come poi a Maria f — A giudizio del Della Torre, i fatti accennati nella prima parte del periodo, accaduti quando il Boccaccio non era ancora nato, sono « semplicemente allegati come similitudine, per dire che Filippa, come s'era affrettata a profferire i suoi servigi a Sancia, quando costei arrivò a Napoli, così li profferì a Maria, quando costei venne sposa a Carlo ». Ma, se non m'inganno, la similitudine è istituita tra la condotta
(') P. 119 n. Invece