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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ella era morta in prigione molto prima del supplizio di Roberto; propter ipsius Philippe mortem, ante-quam esset de dicto crimine condempnatam, in carcere Curie! (l).
   Essendo, così, dimostrato che il Boccaccio non ride con i propri occhi i fatti, che sono la parte più saliente, più drammatica, e, possiamo aggiungere, più istruttiva del suo racconto, è dimostrato che egli non era a Napoli tra il settembre del 1345 e l'agosto del 1346. Perciò, all'espressione quae fere vidi ipse convien dare il senso di cose che ridi io stesso in parte, conforme a quello dell'altra, premessa a tutta la narrazione: in qua (historia) quaedam ocidis sumta meis describam. Senza dubbio, egli aveva veduto Filippa a' servizi di Maria duchessa di Calabria, ma non aveva cominciato a vederla sin dal 1324. Lo stesso Della Torre, che questo crede e difende, non crede che il giovinetto Giovanni fosse stato introdotto nella corte prima del 1327, quando « l'introduttore di lui fu certo il padre », venuto a
   Napoli tra il settembre e il novembre di quell'anno (2).
   *
   Tornando alla data dell'innamoramento, osservo che, al 21 di marzo, come giorno dell'equinozio, è inutile pensare; in nessuno dei molti anni corsi dal 1325 al 1387, il sabato santo capitò il 6 aprile, se-
   i1) MiN'.eri-Riccio, op. cit., 8, e De Busiis, Racconti di Slorit na poìetana : Napoli, Permeila, 234. (a) Pp. 117-18.