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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 379 —
   sognava; le pupille ebbi allora talmente serrate, che bramava sapere s'io fossi desto davvero.
   Alla fine il mio stordimento cessò pel terrore d'un tuono, che seguì. Giacché siccome a' lampi celesti vengono subito dietro i tuoni, così veduta appena la fiamma di quella bellezza, amor terribile ed imperioso mi prese; e fireo pari a signore che scacciato dal suol natio, dopo lungo esilio alle sue terre ne torna, quant'era in me di contrario a lui od uccise o cacciò via, o di catene ricinse, senza opposizione d'alcuna virtù. Ma qual aspro di me governo facesse, cercatelo fuor dell'angustia di questo foglio, là dove con breve cal-liopeo discorso in duplice modo (1) sarà divulgato.
   Ma che? dopo lungo travaglio, alfine maritai la grazia della mia dominatrice; che io vivace sì, ma rustichetto, breve tempo mantenni. Per altro stando nell'auge della ruota volubile senza conoscere le giravolte lubriche, gli instabili assalti, e le reciproche vicissitudini delle fortune, all'impensata essendo nato un caso da scriversi con lacrime, non con inchiostro, ingiustamente nondimeno vengo alla mia signora in orrore, per lo che mi trovai gittato in un abisso di mali e miserabilmente per terra. In tale stato altamente gridai più volte: Oimè! Nè valendo ingegno a riacquistarne la grazia spesso col fazzoletto la testé rosea faccia coperta, mi scioglieva in lacrime, il misero petto da vari pensieri affannato portava, e le miserie mie, riandando penosamente i tempi anteriori, con pi^jito e molte parole raddolciva. Per che, rimasto così travagliato per lungo tempo, e non vedendo più via a racquistar salvezza, scorgendomi vicino .all'ultime disgrazie mie, levato sospiro più alto, e rivoltomi con atto angoscioso al cielo, a dir cominciai: O Dii celesti, soccorrete una volta alle mie pene! E tu, dura fortuna, finisci ornai d'incrudelire, che sacrificato abbastanza con questi tormenti miei ti fu!
   Allora un amico per età garbatello e del tutto ingegno-setto (2), per confortarmi mi si accostò. Eh via, disse; e proseguendo, con ragionari molti e prolissi, nel nome vostro sacratissimo s'imbattè, affermando poter io metter fine alle
   (!) Amhifurie.
   {-) Etate scitulus et prormt argutulus.