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disgrazie mie, qualora la copia delle vostre parole gustassi; ed egli come del merito vostro più certo, essendone io già sicuro, soggiunse : Conobbilo in Avignone, giovine in seno alle muse dalle mani di Giove educato, del latte di filosofia nodrito, e colle scienze divine fatto robusto, e lì. quasi discepolo del sacro vaso d'elezione rapito già al terzo cielo glorioso, predica in pubblico recondite ed arcane dottrine. Egli è pur desso, cui pennuta fama per bocca de' suoi portatori divulga, l'adornano i costumi, e le virtudi il circondano. Egli è fatto ingegnosissimo da Saturno; placido e ricco da Giove; guerriero, contra i vizi che uccidono, da Marte; lucido, regale, affabile, da Apollo; giocondissimo a tutti, da Citerea; dal Coppiere de' numi matematico e formale; da Ecate umilissimo ed onesto. Ed è monarca per eccellenza in queste arti: in grammatica Aristarco; in dialettica Ockamo; in retorica Tullio ed Ulisse; in Aritmetica lordano; ad Euclide pari in geometria, o seguita il siracusano Archimede; nella musica Boezio; in astrologia risuscita Tolomeo d'Egitto. Che più? moralizza qual Seneca; nell'opera re moralmente Socrate seguitando, e nelle storie scolastiche ottimo Comestore.
Le quali cose avidamente bevendo io, lasciati i lacrimosi sospiri, mi diedi pace; e poco dopo ripresi a dire : Sì, che mi assisterà egli, presidio della libertà, della salvezza mia, se saprò l'operazioni sue indagare. Ah ch'io possa, per mezzo di tanto venerabil persona, che qual Fenice ha la sua monarchia oltre monti, giugnere a debellare le miserie della fortuna, l'angustie d'amore, e spogliarmi d'ogni rusticità, conoscendomi un misero, un rozzo, un inerme ed inerte, crudo insieme ed informe; dal padre di Giove fatto deforme; povero da Iperione; litigioso da Gradivo; pusillanime da Delio; da Diona sporchissimo Dioneo; da Cillenio. guercio e balbuziente; grave con turpitudine da Lucina.
Or dunque affettuosamente vi prego che, per via della vostra risposta, io possa la consolazione perduta riacquistare; e insieme ornare il capo d'elmo apollineo, la sinistra dello scudo pallanteo, e dell'asta di Minerva la destra; nuotare nei filosofici abissi, speculare del cielo empireo lo splendore; più sottilmente dell'inclito Platone scorgere le stelle nell'etere trasparente scintillanti, e intendere del primo Mobile la sostanza omogenea, uniforme; e il Gorgone con la spada vostra tagliare.