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•cedi, o ricevutene grandissime, con quali obbrobriosi nomi mi avrebbero perseguito? Voglio che questo solo tu sappia, che quantunque egli Magno, io piccolo, anzi nullo; egli potente, io no; egli v'alido, io infermo, non si debbono così vilipendere, così abbattere gli amici. Vivemmo, e, concedendolo Iddio, vivremo; e, se non splendidamente, tuttavia con minor paura. Imperocché, dato pur che le valli sieno dominate dalle acque, i monti sono spesso colpiti dal fulmine di Giove irato, infestati dal vento, riarsi dal sole, resi più aspri dal freddo. Se amerò la povertà, già è meco, e se fosse lungi, dovunque incontanente la troverò, nè servirò alcuno per averla. Se avrò desiderio di ricchezze, o almeno dì tanto denaro da vivere, ti confesso che, non avendone, non avrò difetto di luoghi ove cercarlo. Padova, Verona, Ravenna l'antica, Forlì mi chiamano comunque 1! dinieghi. Mi obbietti i tiranni? Ti dirò che anche il bramare denaro è da tiranni. Posto ciò, si offre un'altra risposta più vena, comecché ora meno conveniente; no, è conveniente, poi che tu pure co' tiranni, comunque sieno ti-ranrr ornati di fausto titolo (1). Ma che dico? Ricchezze e altezze sono da' desiderare o da seguire con tanto viva sollecitudine? Perchè ci facciamo meglio conoscere? Questa sarebbe stoltezza. Giova ricordarsi di quella bella sentenza del nostro Seneca : Chi è noto troppo a tutti, muore ignoto a sè nesso. Vivo povero a me stesso? Vivrei ricco e splendido agli altri; e godo più con alcuni miei libricciuoli, che non i tuoi re col gran diadema. Credo che ti meraviglierai di questo discorso, .come quello che forse non s'accorda con ciò : he ti dissi altra volta; mia qualunque cosa possa aver detto prima, parlai senza intenzione, e dentro di me inflessibilmente lo serbava sin che si desse occasione. S'è data : 1' he detto, e sarei venuto a dirlo, se non mi fosse stato fermo nell'animo di non mai più rivedere il regno ausonio, finché era in fiore la felicità del tuo Magno; non già perchè m'affligga delle sue prosperità, che anzi me ne rallegro, e cosi Dio mi aimii! ma acciò non dicesse che io seguo le tranquillità. Forse ei non crede che le anime dei poveri sentano, conoscano e s'adirino? Certamente sentono e conoscono e s'adirano, ma governate da miglior senno, tac-ciorri a tempo, e vomitano poi ciò che già concepirono. Dio
(!) Zanobi era alla corte di Napoli.