Stai consultando: 'Per la biografia di Giovanni Boccaccio ', Francesco Torraca

   

Pagina (384/434)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (384/434)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 3 io —
   vole-st' che avessi la mente eguale al potere, o potere eguale alla unente! più chiaro vedresti quanto grande animo stia in picciolo petto. Ma per ora lasciamo queste cose; se tu sei accorto, come credo, ciò che io voglio (dire) intenderai, sebbene lo taccia.....
   La pompa funebre grandissima ed onorevole il sette d'Aprile se ne andò dalla sua casa sino alla Certosa. Imperocché da prima, con pari concorso di cittadini tutti d'ambo i sessi, non solo la parte della città, nella quale nacque, e visse la puerizia il nostro glorioso giovane, e donde partir dovevano i funerali, ma tutta la città sino a qiv.ìia parte del placido colle, nella quale è, come tu sai. la chiesetta di Santo Gaio papa, fu piena cosi di gente, che tutti se ne meravigliavano. Finalmente, a torme quasi tutti sino alla porta della città l'accompagnarono, moltissimi sino al sepolcro. La salma non fu trasportata all'uso volgare, ma il feretro, di forma insolita, portato da cavilli, di serici drappi ornato procedeva, e per usare le parole di Virgilio:
   .............Per veder questo
   Usciali de' tetti, ompiean le strade e i campi Le genti tutte ; e i giovani, e le donne Starati con meravigl'a e con diletto Mirando e vagheggiando quale andava E qual sembrava.
   Non dirò delle funebri fiaccole, dei cori dei sacerdoti che pace gli pregavano da Dio con funebre canto, dei destrieri, dell'armatura, delle frecce, e degli altri segni dell'abbandonata milizia. Sarebbe lungo e quasi inesplicabile il volere con ordine tutto riferire. Basti questo che Lorenzo è da tutti chiamato e pianto, in guisa che vedute le insegne militari postergate, e le vesti degli amici e dei servi coperte di squallore, la pietà s'accrebbe! Finalmente dopo un lungo discorso in sua lode detto da un egregio teologo, alla quiete perpetua lo consegnammo non senza molto dolore; e non resta a fargli, a mio avviso, se non che lu con flebili rime lo canti. Ma poi che di questo ho chiacchierato ora abbastanza, deve la penna volgersi ad altro. .
   Se godi buona salute e tutto ti succede secondo i tuoi desiderii, me ne rallegro; e più se avrai conosciuto te stesso. Desiderava certamente, e m'era proposto di venire la pros-