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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   - 387 —
   Vili. — RI Petrarca.
   Per dar principio a questa lettera colle parole altrui, o maestro mio inclito : M'è vietato di parlare e tacere non posso. Chè da una parte la reverenza, per la quale sono legato a Silvano (1), vuole che io taccia; dall'altra lo sdegno della riprovevole azione testé commessa sospingemi a parlare. Avrei senza dubbio taciuto, se le parole dello stesso Silvano non m'avessero costretto a prender la penna. Con-ciossiachè io ricordi aver letto, e tu pure devi ricordare, queste parole nei commentari del medesimo Silvano : Mostra me a me, amico, afferrami la mano, comunque da lungi, lega, ardi, taglia, comprimi le tumidezze, le cose superflue riseca, senza temere di farmi arrossire o impallidir ' Da queste animato alcun poco, posta da banda per un momento la reverenza all'amico, scriverò quello che mi suggeriva la novità del fatto; e se bene sia per esserti molesto, quelli che sono nascosti sotto la corteccia pastorale (2), se ti piaccia, scopri con l'ingegno.
   Credo che tu ti ricordi, ottimo maestro mio, come ancor non trascorso il terzo anno da che venni a te in Padova ambasciatore del nostro Senato, ed esposta la commissione, te-co fui alquanti giorni, da. noi quasi che tutti passati ad uno stesso modo. Tu davi opera a' sacri studi, io cupido de' tuoi componimenti me ne facevo copie. Piegando poi il gijrno al tramonto, levatici insieme dalle fatiche ce ne andavamo nel tuo orticello già dalla primavera ornato di frond' e di fiori. A noi s'accompagnava terzo Silvano, uomo di esìmia virtù, amico tuo, e a vicenda sedendo e favellando, quanto del giorno rimaneva trapassavamo in placido e lodevole ozio sino alla notte. E per non ripetere tutto per filo e per segno, ricordo, non senza ragione, essere noi venuti ad un discorso, al quale Silvano fece questo principio : « Ohimè, dove trasse inestricabile fato la formosità delli nostra Amarillide (3), dove il pudore, dove gli antichi
   (1) Il Petrarca.
   (2) Indicherà parecchie altre persone con nomi pastorali.
   (3) Amarillide è l'Italia, Pane il papa, Dafni il re de' Romani Carlo IV, Egone l'arcivescovo Giovanni Visconti.