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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   aiora il vecchio massimo Argo (1), il pastore gallico Dafni, e lo stesso Pan arcade che agli .altri presiede, poteva Egone infame, poteva Griside incestuosa! Meraviglierei meno se non avessi udito lui stesso biasimare Cicerone e Seneca. Oh! animo fuor d'ogni credere facile e voltabile a che che sia. Me misero! Se la Sorga, la Parma, se la Brenta s'intorbida-vanc, non altro fiume che il Ticino poteva sedare la sua avida sete? Nè solamente con questa Silvano macchiò sè stesso, ma te, me e gli altri, che la vita, i costumi, il canto e la penna di lui a tutta bocca, con tutte le forze, in ogni selva, con tutti i pastori esaltavamo. Credi tu, coloro cui perverrà questo misfatto sieno per portarlo in pace anzi che levare la voce? Ah no: già gridano e con ingiurie disoneste deturpano la sua antica fama, dicendola falsa, inorpellata, lucente di fittizio splendore; e noi falsi adulatori, menzogneri e disonesti asseriscono pei trivi e nei boschi. Ma io stim.y ch'egli farà le sue difese, e dirà: ch'egli sa bene quel che si faccia; che' e' si fu mosso da acerba indignazione, beffiti:» non è molto dai silvivoli suoi, i quali l'antica selva e i p derni paschi una volta ingiustamente rapiti avendogli restituito, poi ritolti avessero per una sua leggerezza, non per sua colpa. Questo, di cui egli si duole, è vero, e nessuno meglio di me lo sa, essendo io stato mediatore in tali faccenda e curatore e portatore dell'offerto dono (2). E sono ben lontano dal condannare siffatta indignazione: chè non siamo uomini di sasso e del tutto privi di ogni esperienza, anzi sensibili ed alquanto avveduti. Pessimamente fu operato nè senza macchia degli operatori. Ma tolga Iddio che io creda che chicchessia, per qualsiasi ingiuria rice vuta. possa fare contro la patria santamente, giustamente ed onestamente. Nè soggiunga: «Se del nemico della patria, per giusta indignazione, divenni amico, tuttavia non precipito a guerra, non adopero le forze, non presto consigli ». Si conceda che il faccia; ma egli non può negare, però, che insieme con Egone si rallegri, mentre ode le rovine, gl'incendi, le prigionie, le morti, le rapine e le deva-
   (') Roberto re di Napoli.
   (2) Nell'aprile del 1351, il Bocoaoeio portò al Fetrorea le lettere, con le quali il comune di Firenze lo richiamava dall'esilio e gli restituiva i beni paterni.