Stai consultando: 'Per la biografia di Giovanni Boccaccio ', Francesco Torraca

   

Pagina (390/434)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (390/434)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   - 391 —
   stazioni e le ignominie del suolo delia patria, il che è grandissima scelleraggine (1). Ma lasciamo te cose spettanti alla guerra. Questo egregio lodatore e cultore della solitudine che farà cinto dalla moltitudine? Egli, solito ad esaltare con tante lodi la vita libera, la povertà onesta, sopposto a giogo straniero, ornato di ricchezze disoneste? Che farà il chiarissimo esortatore delle vintù, divenuto seguace de' vizi, le celebrerà ancor di più? Lo so che null'altro • gli rimane se non arrossire, e le azioni sue condannare, e quel verso di Virgilio apertamente o tua sè cantare:
   .... Quid non mortalia pectora cogis, Auri sacra James? . . . .
   Ora, egregio maestro mio, benché restino molte cose contr.j di lui, chie dir potrei, non voglio palesarne di più. Tu che dirai, che più fortemente ti suoli sdegnare, e sei più eloquente? Che dirà il suo venerabile Monico? Che il suo Socrate? Che Ideo, Fizia (2) e gli altri molti, che da lungi lui quasi divino uomo ed unico tra i mortali esempio di onestà riguardavano, ammiravano, portavano alle stelle? Credi che lo condannerete tutti, e sarete dal dolore angustiati. Sapendo io quanta fede a te più che ad altri, egli (3) prest', ti chiedo che tu lo riprenda, e co' tuoi costumi da tanto infausta scelleraggine lo ritragga, e da quello imma-nissinio uomo distacchi tanto splendido decoro, tanto dolce sollazzo, tanto maturo consiglio, e restituisca a lui l'antica faina, a te, a noi, alle selve il nostro giocondissimo e amatissime uomo. Vale.
   Di Ravenna, 18 luglio (1353) con fervido e commosso anim.j, il tuo G. R. — Riveduta c. s.
   IX. — RI Petrarca
   Tu pensi, egregio fra gli uomini, secondo mi riferiva testé fedelmente il nostro Donato Grammatico, che Pietra Ravtnnate sia tut'uno con Pier Domi ano, e desideri averne
   l1) Nel 1351, l'esercito mandato dal Visconti contro Firenze giunse fino a Campi.
   (3) Monico, Gerardo fratello del Petrarca : Socrate, Luigi di Campirli» ; Ideo, Giovanni Barrili ; Fisia, Marco Barbato. (3) Silvano, cioè lo stesso Petrarca.