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tosto che per mio merito, non solo mi venne a salutare a Napoli, che di più con arniche parole la mia speranza prostrata rialzò, ed esortò che stessi di buon animo, e a sue spese almeno, se in altro modo non avesse potuto, si sforzò di ritenermi in Napoli, !e stesse cose offerendomi che tu fai. Ma avendo io già determinato, non senza cagione, di ritornare in patria, e conoscendo, da quell'accorto uomo ch'egli è, come ogni esortazione andasse all'aria, con doni più convenienti alla sua munificenza che alla mediocrità mia, mi segui sino in patria.
Quanto poi cosiffatte liberalità vincolino gli animi, lascio che tu lo consideri. Certamente, se con le preci e coi doni sono da piegare le menti dei mortali, già da molto tempo, quando ancora non conosceva f'go, l'inclito mio precettore Francesco Petrarca, al quale io debbo quanto vaglia, e, sebben® non abbia così grande ampiezza di luoghi nè tanta varietà, ma tuttavia all'età e agli studi miei una certa maggior corrispondenza, non per avermi come amico e compagno, ma perchè stessi seco lui come ministro della sua casa e della altre sue facoltà, coni dioicissime preghiere ed esortazioni tutta la sua facondia adoperò. Del resto, in sul mio partire da Napoli, non temerò di dire il vero, il serenissimo principe Iacopo re di Maiorica mi fece caricare di preghiere, affinchè sotto l'ombra della sua sublimità traessi ozioso la vecchiaia, larghissimo campo, oltre il regale costume, concedendo alia mia libertà. Ma poiché sembrava che per un certo occulto laccio fosse legata quella libertà, eh' io bramo sciolta del tutto, con quelle più convenevoli parole che io seppi, mi sciolsi, e, lasciati il re e i regi doni, dal lido salpando ritornai in patria.
Tu, quarto, facesti if medesimo voto, sebbene ultimo, nè negherò che offri degli altri maggiori cose e più accettabili al vecchio. Ma perchè non sembri che io sia tratto da maggiore diletto dei luoghi, che in alcuna cosa non debba anteporsi alle preci di quelli che mi sollecitarono, omesso il già detto, niente altro di più convenevole! ho da rispondere alla tua offerta, salvo ciò che agli altri fu risposto, cioè di render grazie alla tua liberalità, poiché non comporta più l'età, solita vivere libera, di sottoporre il collo al giogo. Possiedo un paterno campicello, iei questo basta al mio tenue alimento. Pochi anni, io credo, mi avanzano, ai quali nè lunga fatica nè insopportabile può essere la povertà; questi, se a Dio