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spargo parole in aria, e forse offendo le sue orecchie? Stimo che sia stata opera sua. Imperocché del continuo draghiamo Iddio, dicendo: Panem nostrum cotidianum da nobis hodie: ma sotto il vocabolo del pane, quanto alla corteccia delle parole, intediamo qualunque cosa opportuna al vitto, le quali coise pur soglionsi dare comunemente a quelli che n'abbisognano, per mezzo di oro, o di moneta fatta di oro o d'argento. E poi che sappiamo Dio non aver mani, nè piedi, e nel meglio de' cieli non fucine, incudine o mantelli con che essendo spirito e sostanza separata, possa e voglia estiwre oro o argento per coniare le monete di cui abbiamo bisogno; soddisfa coloro, ai quali presta benigno orecchio, con arte a noi ignota; tocca le menti dei grandi e sospinge nel desiderio d'operare, donde avviene che i ricchi ai poveri e a quelli che pregano aprano, e con lieta faccia, i tesori e i granai e il munifico seno; e cosi mani di Dio, e incudini, e martelli, e fabhri sono costoro, dai quati noi poveri otteniamo ciò che chiediamo. Ora ricordandomi e di avere chiesto il pane cotidiano, e d'aver detto spessissimo orando quel carme davidico: Ne proicias me in tempore senectutis, cum defecerit virtus mea; ne derelinquas me : vedo chiaramente, per le fare opere, aver le mie voci toccato ìa mente del mio clementissinio Redentore, e per esse 11011 essere, vecchio, rigettato dalla sua faccia. Sei pur felice, poiché fosti fatto strumemo della misericordia di tanto artefice; ed io egualmente felice da che merito d'essere udito per sua clemenza dal supremo principe delle cose, e per suo comando aiutato da un suo così placido esecutore. A lui dunque dator di ogni bene, e a te ministro suo, rendo quelle grazie che io posso, e prego che egli stesso, che conservò incolumi i fanciulli nella fornace ardente, te da ogni nemico assalto e da ogni lingua velenosa liberi, salvi, conservi; e te, egli che fece Giuseppe gradito a Faraone^ renda gratissiino quanto si possa desiderare a te stesso e all'inclita regina tua; ;e come dalle greggi il suo David innalzò su regale soglio, così te sempre trasporti a maggiori cose e più chiare sino allo splendore e alla gloria sempiterna; dove tu riceva ciò che meritasti santamente operando.
Le raccomandazioni poi che fai da parte dei comuni amici e dei miei superiori, ricevo con lieto animo e accolgo, e prego che tu in ricambio, quando scriverai a Napoli, loro mi raccomandi, e specialmente a Messer Lodovico Reggen-