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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 426 —
   volo la tua vigilanza, il commendevole desiderio, la perspicacia dello ingegno, e la dignità dell'officio. Ed io udite le parole, secondo gli uscivano le riteneva tutte, presi ad ammirarlo, per le sentenze esposte non già alla leggiera, e instantaneamente pregava che ei mi disse di te più intera contezza.
   Avanza or. dunque, e con buono e fausto presagio, con infaticato valore, guadagna la cima, affinchè cinto di Peneia fronda coi già detti (1) e tu pel tuo splendore sii veduto innanzi dagli altri che anelano la salita, e dal sommo della rocca Capitolina renda noto te stesso a tutto il mondo, e la dolente Italia rallegra di quella gloria che puoi. Volgi, ti prego, i pii occhi in lei, e ciò voglio detto pure agli altri Italiani; guarda dove rovinò il romano imperio, che sia vedere la stessa Roma, già regina delle genti, intorpidita sotto il triste giogo dei Farisei; che ricordare i mirabili trionfi dei generali, vedere le immagini elette, i monumenti testimoni d'egregi fatti; che inoltre meditare i celebri titoli dei filosofi e le corone di mirto e di alloro dei poeti, pei quali gli antichi un tempo superarono la stessa Grecia; che richiamar alla memoria la militar disciplina, per la quale avanzò le altre nazioni; che l'autorità delle leggi, per le quali Si era frenato il mondo tutto; che i cospicui esempi di costumi. Tutte queste cose, per lasciar le altre, insieme con la rimanente Italia e la divina libertà, dai nostri maggiori con grandissima loro infamia furono trascurate, e dalle nazioni straniere, o tolte, o da turpe macchia imbrattate sozze addivengono; e se tutte risarcire non si possono, questo fulgore almeno del nome poetico. Tu di così grandi infortuni abbi compassione, ciò che puoi solleva, sostieni i pii omeri e con gli altri adoprati a tutt'uomo, onde tra le bar bare nazioni Roma possa mostrare almeno qualcosa dell'antica maestà. Credo che molto meglio che non io ti persuada; ed io misto ai cori dei festanti, che esalteranno con lodi meritate il tuo nome, canterò:
   Inni virgo rediit, redeunt saturnia regna.
   (') Dante, il Petrarca e anche Zanobi da Strada, de' quali ha di-icorno innanzi.