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Per la biografia di Giovanni Boccaccio

Francesco Torraca
Società Editrice Dante Alighieri, 1912, pagine 432

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   - 427 —
   Inoltre, forte e inclito uomo, dopo tante cose attendi che ir» ti dica qualche cosa di me, avendo io pure talvolta coltivato la poesia. Per Dio! non senza vergogna posso parlarne. per dichiararti in breve la mia dappocaggine. Con grande animo, lo confesso, entrai nella strada già lastricata, traendomi il desiderio di perpetuare il mio nome e la fiducia 11 ! i guida, nel mio .inclito precettore 1); e con quelli stessi, ai quali tu ti sei confidato, m'avviai. Ma mentre di qua e di là mi lascio occupare or dalle domestiche or dalle pubbliche faccende, e miro le cime elevate quasi superare il cielo, cominciai a intepidire, e insensibilmente man-commi l'animo e difettarono le forze, e deposta la speranza di toccare il vertice, avvilii e disperai; e dilungandosi quelli che io aveva presi come guide del viaggio, già canuto ristetti, e per deplorevole malanno non oso tornare indietro, nè posso salire al sommo, onde, se dall'alto non mi è infusa nuova grazia, il nome inglorioso insieme col corpo commetterò al sepolcro.
   XVII, — R Pietro di Monteforte.
   .....Allor che fu scrivi di avere col mio consenso
   veduto e letto il mio Libro (2), e, dopo molte cose, mi lodi di averlo liberalmente e senza indugio messo alla luce, t'av-vetrto che tu non eoriois>ci abbastanza la storia di questo fatto. Avevo portato, il confesso, questo libro, di cui si parla, compagno del mio viaggio, non a fine di pubblicarlo; imperocché noi reputava da tanto, che anzi avevo stabilito avendone l'agio, di rimuover da quello alcune mende, e pensava di abbellirlo, se mi venisse fatto, con qualche più acconcio ornamento. E ben mi rammento in quel giorno che ci conoscemmo, mentre stavam discorrendo di molte cose coll'illustre Ugo da S. Severino, di averti detto quanto io desiderava che tu vedessi il libro; ma poi finalmente col procedere del tempo, quando ben conobbi quanto fosse la tua dottrina, e come perspicace e ammirabile l'ingegno, e quanto severa la tua censura, consapevole della leggerezza
   (') Il Petrarca. Si tratta (li poesia Ialina.
   (-) Le Genealogie degli Pti.