IL VERO GENTILUOMO.
   condizione necessaria del lavoro l'essere rozzo e grossolano. Dalla più elevata alla più umile, dalla più ricca alla più povera, non v'ha nessuna classe, nessuna condizione sociale, a cui la natura abbia negato il più prezioso dei suoi doni — un gran cuore. Ora questo nobile cuore può rivelarsi sotto i rozzi panni del contadino, come sotto le seriche vesti ,del gran signore. Roberto Bum fu un giorno dileggiato da un giovane signorotto di Edimburgo con cui passeggiava, per aver riconosciuto e parlato per la via ad un onesto fattore. « 0 capo ameno I esclamò il gran poeta, io non ho mica parlato al giubbone grossolano, al berretto in lana ed ai sandali di legno, si all' uomo che stava in essi; e l'uomo, signorino, vai voi e me e dieci cotanti per vero valore. » Ci può v essere una semplicità e rozzezza esterna che par voi- ; gare solo a coloro che non sanno discernere il cuore ; che sta sotto di essa ; ma il carattere, a chi ben guarda, trapela sempre chiaramente.
   Il vero gentiluomo è colui che formò il suo carattere sopra i più alti modelli. È un grande ed antico nome quello di gentiluomo, e fu sempre conosciuto quale un alto grado, quale una vera potenza. Le sue qualità dipendono non dalla moda, ma dal valore morale, non dai possedimenti, ma dalle qualità personali. Il salmista lo ha ritratto in poche parole, ove parla di colui « che cammina nell' integrità, opera dirittamente e parla la verità del suo cuore. »
   Il gentiluomo si distingue eminentemente pel rispetto che ha per sè medesimo. Egli apprezza il proprio carattere, non tanto per ciò che il mondo può pensare di lui quanto per ciò che ne pensa egli stesso per riguardo all'approvazione della propria coscienza. E in quella guisa ch'ei rispetta sè stesso, e per la stessa ragioiie, egli rispetta gli altri. L'umanità è sacra agli occhi suoi: da