Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
6oSTORIA D' ANCONA
Ma non per questo princi palmente ho voluto io ricordare quella lettera. Bene ho principalmente voluto ricordarla , perchè pregavanlo per quella stessa lettera , che volesse restituire alla chiesa 1' Esacrato di Ravenna, e la Peniapoli, che i ministri di quel pietoso monarca avevauo occupato, e costretto i popoli a giurargli fedeltà. Io penso, che sia inutile cosa rammentare, che a que'tempi non era più Ancona della Peniapoli, ma capitale della Marca, acuì dava il nome.
Ma INicolao stesso, novello pontefice, altra lettera si affrettò a scrivergli, pregandolo, come i cardinali avean fatto, che alcun tempo ancora differisse la sua venuta in Italia , e restituisse alla chiesa le due sunnominate province.
Parrà forse maraviglia, che quel principe religiosissimo si facesse usurpatore dì quelle due province , eh' erano della chiesa : ed è pregio dell' opera narrare, come e perchè ciò intervenisse. Intervenuto era per arbitrio del suo gran cancelliere , da lui inviato a ricevere il giuramento dei popoli sottoposti alla sovranità imperiale. Il quale gran cancelliere, avvisandosi per avventura, che i tempi de' Federici e degli Arrighi durassero tuttora, aveva estimato di rendere buon servigio al suo signore, obbligando al giuramento que' popoli altresì. £ pessimamente lo servì.
Onde Rodolfo, avvisatone prima per la lettera del sacro collegio, poi per l'altra del pontefice, escusandosi , rispondeva così : « Perciocché senza nostro « consentimento, senza nostro comando, anzi senza « pure nostra saputa, il nostro cancelliere si dice « avere domandato e ricevuto il giuramento di fedeità da' cittadini bolognesi, imolesi, faentini, forlimpopolesi, cesenati, ravennati, riminesi, urbinati, ed altri di altre città e terre di quelle parti ; « perciò noi mandiamo alla presenza della vostra « santità il diletto familiar nostro cherico, maestro
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