Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
LIBRO X.
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« Gotifredo, prevosto soliense, protonotario dell'aula regia. E per queste lettere patenti gli comandiamo di revocare, cassare, cancellare, fare e dichiarare irriti, cassi, nulli, di nessun valore tutti « gli atti, che dallo stesso cancelliere, o da chi vote gliasi altro, nelle predette città e terre sieno stati « fatti, operati, riconosciuti, e particolarmente i giuramenti summentovati. E perciocché noi vogliali tao, e consentiamo, che per l'avvenuto nessun « diritto debba crescere a noi, nessuno decrescere « alla romana chiesa, sia per quanto al possesso, « sia per quanto alla proprietà sulle città e terre « anzidette, e sulle persone, e su' loro diritti, e « sulle loro giurisdizioni, gli comandiamo, che ad « esse città, e comuni, e terre, e persone denunzii « da nostra parte tutte e singole le cose predette, « e nel denunziarle loro, subito le induca a ricouoscere il dominio del pontefice e della chiesa, a « cui devono ubbidire, e sottostare, come a loro « sovrano, e adempierne i comandi». E concludendo promette di avere rato e fermo tuttociò che il medesimo Gotifredo estimerà dover fare per l'effetto.
A questi comandamenti del re diede Gotifredo eseguimento, alla presenza del pontefice, nel concistoro de' cardinali. Nè bastò soltanto a quel pietoso monarca. Ingiunse a Gotifredo, che dovesse scrivere a que' popoli, che giurato aveano al re, prosciogliendoli dal prestato giuramento, e comandando loro di riconoscere la sovranità del p ontefice, ed essere a lui fedeli ed alla chiesa.
Per tema di non essere forse a noia a chi mi legge, mi passo dal riferire altro più : le ulteriori richieste del pontefice a Rodolfo per la conferma di tutti i diritti alla chiesa dichiarati e assicurati ne' diplomi di Pippino, di Carlo, di Ludovico, del santo Arrigo, di Ottone (ne' quali tutti Ancona è nominata, come vedemmo, espressamente quale città del dominio della chiesa ) la intimatagli prescri-
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