Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
LIBRO X.
6lgevasì da se, mescuglio maraviglioso di lingue , di leggi, di usi, di costumi. ISè più la cristiana pietà , nè più vi prevaleva la santa ragione della religione , ma l'amore del guadagno, la corruzione, il lusso, e tutt* i vizii, che ne formano il lungo e tristo corteggio.
Ora avvenne, che durando tuttora una tregua statuita col soldano d' Egitto Melec Seraph . quella accolta di crocesegnati giuntavi da ultimo, tra' cui dicemmo gli anconitani, presero a saccheggiare i magazzini de' saraceni , ad ispogliarli , a scorrazzare ostilmente per le loro terre, e porle a strage e a ruba. Mandò il Soldano ambasciatori dolendosi de' violati patti, reclamò l'ammenda de'recati danni, instò, perchè gli fossero consegnati i colpevoli. E non avendo potuto ottenerlo, acceso d' immenso sdegno, e spirante rabbia e vendetta , il 5 aprile contro la sciaurata città mosse un esercito poderosissimo , la cinse d' assedio , giorno e notte furiosamente prese ad oppugnarla , e finalmente da ogni parte assaltatala, ebbele in suo potere il 18 di maggio, e v'entrò a viva forza vincitore furibondo. Gli orribili ed iuuditi eccessi , a cui la barbarica rabbia si abbandonò, meglio col pensiere si possono concepire, che descrivere a parole. Non a sacri , non a profani, non a privati, non a pubblici edifizii si perdonò , non a sesso, non ad età: nessun creda, che mai nella violenta presa d'alcuna città più orrenda strage, che quella, abbiavi commesso la soldatesca eia barbarica crudeltà provocata. Quanti vi si trovarono cristiani, armati o inermi, uomini o donne , ecclesiastici o secolari , tutti indifferentemente o dalle saraceniche scimitarre furono fatti a pezzi, o tratti cattivi sotto il peso delle saraceniche catene. A trentamila sommò il numero degli uccisi, a tanti il numero de'prigionieri : non andarono salvi, che quelli soli, cui potè riuscire di sottrarsi colla fuga; e non pochi di questi nella fuga stessa trovarono la morte:
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Egitto Melec Seraph Soldano
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