Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
LIBRO X. 6ll'Italia per violentissimo tremuoto, che a più riprese parecchi giorni e parecchie notti durò, e la fece dolorosa per molte rovine. Nè senz' averne gran danni fu Ancona : ma peggio ne stette la misera Umana, condottane a tali estremi, che il pontefice Bonifazio liberolla da' pagamenti dovuti alla camera apostolica. E Landò Ferretti aggiunge, che sperperata essendone la popolazione e ridotta a piccolissimo numero, dispose, che Ancona ne prendesse il governo e mandassevi un podestà. Il vescovado però vi stette fino al 1422, riunito allora da Martino V. al vescovado anconitano.
Così tramontava il secolo decimoterzo, orrido e sanguinoso per naturali sconvolgimenti, per turbamenti politici, per sempre sorgenti discordie, e per rabbiose guerre, che civili si dicono, con cui popoli italiani italiani popoli tormentavano ed ammazzavano.
Nè guari più sereno e pacato sorgeva il decimo quarto. Novelle pruove, egualmente che le passate, vane ed inutili si tentavano di popolaresche costituzioni, e nuove calamità ne seguivano, come non possono non seguirne dalla incomposta e disordinata libertà. Pure questo secolo stesso a più alto volo spiegava le ali dello spirito umano, e la poesia e le arti belle dava all' Italia, e per la Italia tramandavate da lungi alle altre nazioni.
Nel 1299 occupava la vescovile sedia di Ancona Nicolao degli Ungari, nobile anconi-A"2^9G' tano, minore conventuale, uomo di molto ingegno e di molta dottrina, e del suo capitolo, e del suo istituto amantissimo.
Questioni di confini erano insorte tra gli anconitani ed i recanatesi, e quindi, come erano que'tempi, querele, risse, e un pronto menar di mani. Frattanto i banditi meglio ne stavano, che per quelle vertenze facilmente trovavano sicuro asilo varcando or 1' uno or 1' altro confine.
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