Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
6o STORIA D' ANCONA
£ prima, una funesta discordia civile, A;*ac- che sopraggiunse a turbare la pace, che da qualche auno godevasi al di iuori. Fochi esempi la storia nostra presenta di quegli intestini commovimenti, che nelle altre città reggentisi a repubblica sì frequenti eccitava la incomposta ed effrenata libertà di que' tempi. Ma il >34^, nel quale moriva Benedetto XII, e gli succedeva Clemente VI, divenne memorabile per uno di quegl' insorgimenti , che trambustavano le altre città. I popolani avevano co' nobili alcuua parte nel governo. Ma la esperienza sempre ha dimostrato, e sempre dimostrerà, che po;>olo e nobiltà non possono durevolmente concordarsi nella partecipazione e nell' esercizio del potere , quando il principio monarchico non contenga con forte mauo le invasioni e le usurpazioni del principio democratico a detrimento dell' aristocratico. L'ambizione portava i popolani a volere agguagliarsi a nobili, l'orgoglio i nobili a volere soperchiare ed avere in ispregio i popolani. Firenze e Genova , per non dire di altre repubbliche, sono insigni esempli. Se si deve aver lede a Giovanni Villani, citato dal Saracini, alcuni nobili anconitani esorbitarono in ingiurie contro alcuni popolani. Esasperaronsi questi e gridando popolo, popolo, aizzarono la plebe contro di quelli. Si corse alle armi, si mescolarono le mani, ì nobili ne andarono colla peggio, alcuni morti, altri feriti, altri cacciati di città; le case loro, siccome avviene, messe a ruba, il governo in mano del popolo.
Non poterono i fuorusciti comportare di A343* buon animo di essere esclusi dalla comune patria; e naturai sentimento era, che bramassero di tornarvi, e ragionevole era, che a ciò si adoperassero. Ma che per tornarvi, a congiure, a tradimenti, a guerra aperta si volgessero, ciò era detestabile. Collegaronsi con gente di mal affare, non del solo anconitano contado, ma e riminesi e lom-
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