Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
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STORIA D' ANCONA! fra portare alla patria. Io Ancona però ristabilissi la concordia, si ricompose il governo, tornossi a' pensieri ed alle opere di pace. E non si volle neppure turbare la pace altrui.
Avevano gli anconitani , come a tempo 1345 debito narrammo, un trattato con Zara. Ribellatasi questa alla veneta repubblica, e uditosi in Venezia, che cercasse gli aiuti d' Ancona, siccome il Luzi narra, il doge ed il senato inviarono ad Ancona un ambasciatore , esortandola a non prestatisi. Ambasciatore iu Benintendi de' Ravegnani , che poi tu gran cancelliere della repubblica, lette-ratissimo uomo, amico del Petrarca, e degno di sì alta amicizia. La scelta di tale personaggio è grande argomento e della stima, in che Venezia aveva Ancona , e quanta importanza, desse a quegli anconitani soccorsi. La riputazione e la destrezza, e 1' eloquenza dell' oratore tanto poterono sugli animi degli anconitani, (he si astennero dal mescolarsi in quella ribellione. E beu potevano farlo senza mancare la fede del trattato , che di commercio era , non di alleanza, come dicono , offensiva e difensiva.
Io non so , se con eguale verità possa narrare, che Ludovico re d' Ungheria , ardendo della brama di vendicare la morte del suo fratello Andrea, re di Napoli , contro la regina Giovauna , domandasse agli anconitani la loro flotta per trasportare a Napoli il suo esercito. I nostri storici lo affermano, il Muratori e gli altri storici ne taciono. Dicono invece , che domandasse il navilio di Genova e del re di Sicilia. Io non vorrei essere increscevole nè a chi pure ama le tavole, anzi che il vero. Ma il silenzio degli autori , che vanno per la maggiore, e la ragion critica me ne tanno dubitare. Checché ne sia , i nostri storici stessi dicono ancora , che il senato rispose a quel re: « non potere compiacergli; meglio farebbe « volgendosi al pontefice ; per tal modo si agevolerebbe 1' affare. » E saggiamente risposero, cousciii.
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