Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
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STORIA D' ANCONA! fcc Che qualunque lombardo portasse lane di ponente , pagherebbe l'uno per cento , e potrebbe liberamente venderle , e il compratore ^asportarle ; pagati solo dodici denari per la bolletta. Se però le suddette lane si lavorassero in Ancona, godrebbero la franchigia dell' ordine tratto dall' arte della lana in Ancona;
«< Che qualunque forestiere comperasse le sopradette merci per mandarle fuori del territorio anconitano , pagherebbe mezzo denaro per ogni lira ( valeva venticinque baiocchi ) del loro valore, e per la bolletta dodici denari ;
« Che qualunque mercante catalano, suddito del re d' Aragona , importasse qualunque genere di mercanzie da' monti baschi in qua per al ponente, dovrebbe pagare 1' uno per cento dopo di che potrebbe spedirle per mare o per terra , pagando solo dodici denari per la bolletta;
« Che se alcuno comperasse le dette mercanzie, per essere spedite fuori del distretto anconitano, dovrebbe pagare un ducato per cento, e denari dodici per la bolletta. »
Ho voluto rapportare intero questo concordato, perchè ne siamo informati, che istituiti erano de' Ia-nificii in Ancona , ed eravi la corporazione , o collegio, che il vogliam dire, della lana, e quanto gì' introiti vi fossero ricchi della dogana , per la comodità degli scali del levante. Al che se si voglia aggiungere l'estensione del commercio, che gli anconitani esercevano non solo entro i confini del mediterraneo, ma passando per lo stretto di Gibilterra , nell' Oceano altresì, più oltre alle Fiandre, come bene il Denina avvisò ; potrassi avere una idea dell'opulenza della città. Onde non è a maravigliare, che forestieri concorressero a porre in lei le loro stanze, e sì la popolazione si accrescesse, che circa ancora questi tempi dovette di nuovo allargarsi il cinto delle mura.
FINE DEL LIBRO DECIMO.
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