Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi

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      STORIA D'ANCONAIu tale stato di cose era il cardinale richiamato. Un grande parlamento egli tenne in Fano de' capi de' comuni e dell' esercito. Ragionò : dover lui partire per ad Avignoue, tale essere il comando del pontefice: e accomiatandosi raccomandava a tutti, che si tenessero nella fedeltà giurala alla chiesa. Ma quelli ben conoscendo, a quali pericoli lo stato diverrebbe s'egli partisse, tutti, e lo stesso monaco suo successore , si diedero a pregarlo e scongiurarlo, che almeno sino al settembre differisse la sua partenza.
      Si arrese il magnanimo , nulla dispettato della invidia de' suoi emoli, che ne aveano procurato il richiamo , ed arrendendosi si mostrò tanto più grande di loro. E con vigore proseguendo la oppugnazione di Cesena, e della Murata , dove la Marzia si era ridotta , la costrinse a darsegli a discrezione. Nessun patto quella generosa propose per se , solo domandò , e il cardinale consentalo, che i suoi soldati uscissero liberi della persona, con tutto il loro far-daggio , e colle loro bagaglie. Prigioniera del legato, non le destinò a prigione una galera in Ancona, come il Sismondi narrò , ma a stanza il palazzo della novella rocca papale, come affermano i nostri scrittori contemporanei , meglio informati delle nostre cose, che Matteo Villani, e la cronaca riminese , e gli annali di Cesena, che il Sismondi seguì.
      Forse ancora l'assedio di Forlì avrebbe potuto condurre a buon fine, e costringere 1' Ordelaffi ad arrendersi. Ma uua possente distrazione alle armi di lui fece il conte Landò colla sua terribile masnada , il quale irrompendo dalla Lombardia, e dappertutto recando terrore e strage dilagossi nella Romagna. Non potendo il cardinale più oltre differire la sua partenza , il monaco suo successore proseguì 1' assedio ; ma fu costretto discioglierlo sul finire della campagna del i357. Lo riprese nell' aprile dell' anno seguente; ma non n'ebbe migliore successo.
     


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Storia d'Ancona dalla sua fondazione all'anno MDXXXII
Volume Secondo
di Agostino Peruzzi
Tipografia Nobili Pesaro
1835 pagine 461

   

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