Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
LIBRO XII. M7
« posseva andare con lo oro in mano, etiam per « li boschi; i rubatori in strata non se trovavano ; « le arme erano deposte in omni loco, et senza « arme se andava ; ad omni uno se rendeva ragione « et justitia ; le forze dell'arme, lo strepito et astutia de quelle erano remote, et stavano ad Milano, « dove era arrivato tutto el concorso delle arme de « uomini sbanditi et lądr/ini , perchč esso meser a Bernabņ juxta posse se sforzava de venire contro « lo stato della chiesa. » Ma era fatale , che quella felice condizione poco esser dovesse durevole.
Intanto gli anconitani intendevano alle pacifiche ed utili faccende del loro vasto commercio, sorgente , della civile prosperitą, onde le portate piaghe delle sofferte disgrazie rammarginavansi al tutto , e la popolazione si accresceva. E co' ragusei , appunto in quest' anno, convennero ad un trattato di commercio al comune vantaggio. Vi si regolavano i diritti d'esportazione e d'importazione ; vi si classavano le merci sottoposte a dazio ; i limiti de' pagamenti si definivano. E tutto questo facevasi colla pontificia approvazione : di che č testimonio il Saracini, anzi il trattato stesso , che nelf archivio comunale si conserva, rogato il Todini, nobile anconitano, notaro allora e segretario del comune.
Erano in questesso anno, dal greco imperatore Paleologo, ornati gli anconitani del privilegio, che nell' imperiale cappella di santa Sofia avessero luogo distinto , come i veneziani ve lo avevano , e i genovesi , e i catalani.
Ed il pontefice , inclinando 1' animo a fa-vorirli , con suo breve del 1373 concedeva, che de' varii pagamenti , dovuti alla camera apostolica, si valessero a' bisogni , che avevano , per la difesa della cittą: il qual breve č tra rogiti del suddetto Todini. E nel susseguente anno 1374 il nobile Dionisio Casiotti inviato dal pubblico consiglio oratore al cardinale Santangelo, che dimorava allora Storia d'Ancona. Tomo II. 7
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