Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
104 \ STORIA D'ANCONApiegarsi a'restauri della lontana del Calamo, volgarmente delle tredici cannelle. Parlo de'brevi trasmessi al comune e risguardanti il comune. Confermavagli il pieno godimento delle ragioni, delle giurisdizioni, delle prerogative, de'privilegii, dello stato, sì delle ecclesiastiche, e sì delle temporali cose, da cui caduto era per 1' aderenza alla parte de' Malatesti , allora ribelli alla chiesa, confermando per tal modo la già data assoluzione dall'Albornoz;
Nè solo alleggieriva il peso delle somme , che si pagavano per lo stipendio al castellano della rocca, e per gli approvigionamenti e per la manutenzione di quella, ma e per cinque anni dispensavali dal versare nel tesoro della camera apostolica le annue corrisposte, concedendo, che in que'tanti commovimenti guerreschi si usassero alla propria difesa, ed all' assodamento di truppe;
Dichiarava, che incorrerebbe nelle censure chiunque assalisse, usurpasse, offendesse , danneggiasse la città d'Ancona, le sue castella, il suo distretto ; e a tutte le potenze raccomandava, che in ogni tempo, iu ogni luogo, in ogni occasione dessero favore a'cittadini anconitani;
Donava al comune la grossa terra di Monsanvito, ed il caste! d'Albarello, del quale ora non ci rimane che la memoria e '1 nome : ed al governatore della Marca ingiungeva, che rispettar dovesse ed osservare, e far che da tutti si osservassero e si rispettassero i privilegii ad Ancona conceduti, o conccdendì dalla sede apostolica;
Concedevagli finalmente, che potesse per la chiesa ricevere a dedizione, e prendere a reggimento le terre che dalla ribellione tornassero all'ubbidienza di lei.
Non fingo cose non vere, le vere oltre il dovere non amplifico e non adorno: i nostri maggiori le mandarono alla memoria de'posteri, e ne sono te-stimouii que'brevi stessi ch'esistono tuttora.
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