Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
LIBRO XII.
nesta. Perciņ di que' tempi, siccome il Saracini (p. 215) narra, fu diligentemente fortificata e munita tutta la cortina, quant' č lunga, della muraglia, che cingeva la cittą dal lato del mare.
Nč, se Venezia sospettava, che Aneona parteggiasse per Genova, Genova si restava dal tentare Ancona, che si dichiarasse nemica a Venezia. Pertanto deputavate ambasciatore Marco di Pietro Ruffa; dicendo: « bramare la repubblica, che dove nel « porto approdassero suoi legni armati, non solo accoiti vi fossero come in addietro, ma loro si desse « pratica ed ogni approvigionamento; che se que' legui vi traessero prede fatte sul nemico, si permettesse loro di scaricarle, venderle, transitarle; « che infine volesse il comune far seco causa cor « mune, promettendo, che il re d'Ungheria farebbe opera efficace, onde tale aderimento fosse approvato dal pontefice ». Furono queste proposte assoggettate alla deliberazione del pubblico consiglio. Tutto maturamente considerato e discusso, si decretņ: « fosse risposto al legato di Genova, che « come in addietro, 1' accesso al porto sarebbe permesso a' genovesi navigli, sarebbero loro date le « vettovaglie, di cui abbisognassero, non munizioni « da guerra perņ, nč frumento, nč farine, nč pane, . « correndo grande penuria per le non coltivate campagne a cagione della guerra, pel fallito ricolto, « e pel consumo delle soldatesche; non permetterei}-, « besi nč di scaricare, uč di vendere, nč di transitare le cose predate ; non volersi guerra con chi « che si fosse, ma pace ed amicizia con tutti; religiosamente si osserverebbe la neutralitą ».
Leale era il procedere d' Ancona ; nč perņ le cessavano i sospetti e le molestie di Venezia. Veniva per la signoria il nobile Andrea Michieli, e con amare e superbe parole ragionava: « che non solo « davasi ricetto a' genovesi ed ogni sorta d'aiuti e di « favori, ma che inoltre permettevasi loro di tenere
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