Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
LIBRO XII.
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« badassero bene a che si tacessero ; non parergli « quello il tempo opportuno di slanciarsi nella pericolosa lotta , mentre non lontano era col suo esercito l1 Anjou. Che sarebbe, se solo una porzione « di quello staccasse contro Ancona? Dessero tempo « al tempo, attendessero, eh'e'tosse bene addentro « nel regno , ed alle prese con Carlo. Quanto a sè, « in migliore occasione li sovverrebbe. »
Videro , che il Varano volea temporeggiarsi , attendendo, che fosse per fare tra' due rivali la fortuna ; ma loro bastava di non averlo avverso. £ la giunta secreta intanto, eletta per l'ordinamento della guerra, sceglieva a capitano il nobile e delle cose militari peritissimo , Jacopo di Cecco degli 'Ottoni , da Norcia, che sostenuto aveva il governo d'Ancona colla cospicua carica di podestà. Obbligavasi di venire con un bastevole corpo d'armata, e senza indugio dava opera all' accolta di soldati, ed all' apprestamento delle cose necessarie. Nel tempo stesso il Casionboi si rimandava al signore di Rimino, pregandolo di volere affrettare la mossa delle promesse schiere. Queste erano cinquanta lance, da tre cavalli per lancia , cinquanta fanti , ed altri cinquanta tra guastatori, ed ingegneri da bombarde , e da mine : tutta buona e cappata gente.
E bene avevasi ragione di darsi fretta. Perchè il Cavallino, tesoriere incaricato dal duca a riscuotere la pattuita somma restante , non rifìnava di sollecitarne il pagamento , e che fosse giunto a sapere le secrete mene degli anconitani, o che le indovinasse. Ma per denari aveva scuse e parole: non essersi ancora potuto ammassare tutto il denaro ; volesse attendere alcuni pochi giorni ancora; lo satisfarebbero intieramente. E così la bisogna traevasi in lungo da giorno a giorno. Onde entrato quegli in maggiore sospetto , e volendo pure vederla finita , presentossi un giorno a palazzo , tutto pieno di sdegno e di sprezzo, ed agli anziani, co'quali molti al-
iStoria d'Ancona. Tomo II.
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