Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi

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      STORIA D' ANCONAratto. Nè meglio ci è noto, quanta fosse la gente assoldata dall'Ottoni capitano della guerra. I combattenti poi anconitani, oltre le truppe condotte agli stipendii del comune, tanti erano, quanti erano i cittadini atti a portare le armi, e gli uomini fatti venire da tutto il contado.
      Tutta raccoltala soldatesca, tu per modo distribuita e dentro e fuori della città, che mentre al di dentro si oppugnava la rocca, fosse al di fuori sicura la città da ogni scorrimento, che potessero tentare i confederati del duca d'Anjou. E per questo il maggior nervo delle truppe ausiliarie così si ordinarono, che le malatestiane attendassero nella pianura di Pennocchiara, e sulle sovrastanti eminenze, e le fermane sul Montegardeto, rimpetto alla rocca, dove con buone trincee si affortifìcarono, e rizzarono una baslita. I) quartiere generale del capitano della guerra fu posto nella chiesa e nelle case di s. Agnese, presso s. Domenico. La guardia del porto, delle mura, del forte di s. Caterina, e la oppugnazione della rocca, furono la parte assegnata agli anconitani , soldati e cittadini.
      E tosto oltre al cavar fossi, e alzare trinciera-menti, si pose mano al cavare delle mine e delle strade sotterranee, i cui lavori furono affidati agli ingegneri di messer Galeotto, sotto la cui direzione erano i marraiuoli, i palaiuoli, i guastatori malatestiani, cingolani, nostrani. Delle macchine, che per battere le mura si usavano allora, prima che inventati fossero i tremendi cannoni, io non dirò : non man-conne nessuna. Dirò solo d'una, che inventata fu da un Domenico, ingegnere del signore di Rimino, per proteggere quelli, che dovevano lavorare alle cave. Furono queste dirette a tre diversi punti, ed una che rispondesse al mezzo della rocca, e il più possibilmente si accostasse alla radice della seconda ripa. Adunque per fare uu riparo a quelli che dovevano ascendervi per aprirla, esposti al fulminare della roc-


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Storia d'Ancona dalla sua fondazione all'anno MDXXXII
Volume Secondo
di Agostino Peruzzi
Tipografia Nobili Pesaro
1835 pagine 461

   

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