Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
STORIA D' ANCONAquella tempesta fracassati erano i muri e gli edifizii della rocca.
E frattanto l'anconitana gioventù sì per far mostra di valore, e sì per offendere il nemico, dal lato della rocca , che volto era al vescovado , tutto dì ascendeva ad isfidare e provocare a guerra il nemico. Nè lo svantaggio della posizione tardava punto il loro ardore, questi combattendo dall'alto al basso, quelli dal basso all'alto: scaramucce erano, avvisaglie erano, che non conducevano a nulla di terminativo ma che agguerrivano meglio que' giovani bellicosi. E questo facevano, come quasi per non restarsi oziosi, mentre si connetteva un castello da battere il cassaro, o cassaretto, come dicevanlo , e noi ora lo diremmo fortino, o ridotto, antemurale della rocca. Dalla rocca separato era per un largo e profondo fosso, e d'altro fosso egualmente largo e profondo era munito verso la città. Da questo Iato adunque nè quella si poteva percuotere, nè avvicinarvisi pure, se quell'impedimento non fosse tolto di mezzo. A questo fine tu lavorato un forte castello, nella chiesa di san Bartolomeo con tale artifizio fatto, che scomporre si potesse , e ricomporlo a volontà. E poiché il nostro Oddo, cui seguo, tale estimò quest'opera, che riputò di dovere mandarne a" posteri i nomi degli artefici , nè io voglio , tacendoli , privarli di questo onore. Furono essi un Pasqualino di Marcellino, ed un Oliviero di Bonolo, padroni di nave, ed un maestro Pasquale , esperto1 e industrioso marangone. Fu questo castello trasportato a pezzi sul-l'erta davanti al cassaretto. E mentre deliberavasi del più idoneo sito, dove piantarlo, una chiaverina scagliata dal fortino, ferì il povero Pasqualino di grave ferita , per cui cinque giorni appresso morì. Fu la sua morte compianta da tutta la città , e '1 cadavere onorevolmente sepolto in santa Maria maggiore, ossia san Francesco delle scale. Se mi legga alcuno non anconitano, io temo, che torse non gli
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