Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi

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      LIBRO XII.
      « soddisfatto al loro debito, nč mai avevano man* « cato alla fede delle loro promesse , non congiurato co' ribelli contro il dominio della sedia apostolica. Aggiungevano , essere desiderabile, eh' egli « fosse rimosso, non perņ domandarlo essi : domandar solo di essere lasciati tranquilli nel godimento « delle loro libertą e de' loro antichissimi privilegii. » Concludevano protestando , essere devotissimi, e volere sempre esserlo, alla chiesa romana e a sua beatitudine.
      Ma il Varano , signore di Cąmerino, entrato in sospetto per quella venuta del pontificio messo nella Marca, fu sollecito di mandare in Ancona un suo oratore, informando la signoria , « che quegli era « stato in Ascoli, che varie inchieste avea fatto a « quel comune, e non ne avea ottenuto, che vaghe « risposte; che tra le altre cose avea domandato, « sģ mandassero tre consiglieri al marchese, ed era-te gli stato negato. Lui ben conoscere , soggiungeva , « che lo si voleva opprimere , ed opprimere ogni « altro signore delle marchiane citią. Pertanto pregava, che Ancona ed Ascoli e Fermo operaste scro in modo, che ad una concordia col marchese « si venisse, se possibile era; e se noi fosse, gli prestasse « i promessi aiuti per respingere la forza colla forza. » Gli anconitani, che bramosi erano della concordia, e mercč questa volevano dare al pontefice non dubbia pruova della loro fedeltą, rassicurarono il Varano, che per al presente non vi aveva ragione di temere, nč motivo di venire agli estremi, e farebbero ogni opera per conciliare la concordia tra '1 marchese, e i comuni, e i principi delle cittą. Non dissimile risposta ebbero i Simonetti di Jesi, che per non dissimile ragione aveano mandato ad Ancona i loro ambasciatori. Ambasciatori ancora vennero da Osimo Simonuccio Rotoli, Matteo Muzzi, Antonio de'Bracchi, pregando la Signoria, che volesse avere a bene raccomandato il comune di Osimo, e indul-


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Storia d'Ancona dalla sua fondazione all'anno MDXXXII
Volume Secondo
di Agostino Peruzzi
Tipografia Nobili Pesaro
1835 pagine 461

   

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