Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi
aio STORIA D' ANCONAatteso il bisogno, la prestanza, promettendone la restituzione, e lo sconto, ed offerivane guarentigia: avrebbelo a favore singolare. Quindi soggiungeva, che il pontefice gli avea significato di essere rimaso soddisfatto della lega tra lui conclusa e i provinciali. Diceva poi, che per ragioni a lui note uon piaceva-gli in nessun modo, che all' uffizio del sale fosse stato eletto ser Piero Maluti da Tolentino. Annunziava loro finalmente, che il Brandolino, il Barbiano, il Carrara , il Broglia capitani erano stati condotti a' servigii del papa, e doveano passare per al regno di Puglia.
Chiaro è , che gli anconitani, capi della lega, non potevano dare una risposta terminativa, senza prima consultare e convenire cogli altri collegati. E cị per allora risposero. Io vorrer poter dire, coinè quella bisogna finisse. Ma cị, che non leggo nelle antiche memorie, nè il posso dire, nè il debbo inventare. Bene peṛ mi sembra di potere congetturare, che gli anconitani, attesa la ragionevolezza delle domande, atteso il modo di farle, atteso l'impegno, che avevano, di starsi in pace con lui, lo soddisfacessero pienamente.
In questi tempi ancora, con pubbliche lettere accreditato, deputavasi a Costantinopoli Ciuccio degli Ardovini, mercatante anconitano, che per colà faceva vela colla sua nave. Disgustato era l'imperatore per colpa di un Nicoḷ Gherarducci, anconitano esso pure, e sospeso aveva il benefizio delle abantico concedute esenzioni. Mandavasi dunque all'Ardovini, che facendo le debite scuse pel suo comune , soddisfacesse all'imperatore, offerissegli presenti, e pregasse la rinnovazione degli antichi privilegi. Le prudenti maniere del nunzio, le scuse, i preseuti fecero il loro effetto: i privilegii furono riconfermati.
Ben presto suscitaronsi da ricapo i disgusti e mali umori del marchese e col marchese. Giustamente dicevamo, che quella concordia dell'8 luglio non sarebbe stata guari durevole: vizio del trattato,
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