Storia d'Ancona dalla sua fondazione di Agostino Peruzzi

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      LIBRO XIII.
      denza si operava per evitarla. Portavansi al marchese giuste querele dell1 ostile aggredimento. E 1 tristo uomo, rotto a) mal fare, e svergognato al mentire, rispondeva, 1* avvenuto non essere avvenuto per suo comando, e quegli aggressori non essere stali de' suoi. Ma intanto giustizia non si faceva, uè co-mandavasi neppure, che le arraffate cose si restituissero. Inoltre Fanello Menichelli, inviato al comune di Fermo, riferiva alla signoria, che il marchese aveva tratto al suo servigio il Broglia e il Brandolino, concedendo alle loro brigate, che potessero esigere dalla Marca centoventimila ducati, taglia di due anni, e promettendo loro ( che più orribile cosa è ) il saccheggio di Fabriano , Cingoli, Sanseverino, Tolentino, che erano della lega, e di quattro delle città tenute da lui. Tanto amore era della provincia in quella matta fiera !
      Ma peggiori novelle arrecava il Guglielmucci, mandato ambasciatore a lui stesso: che il marchese dolevasi, che quella cavalcata a Camurano, di cui egli e l'oratore di Recanati si richiamavano, aj car muranese si fosse fatta, mentre sull'anconitano doveva farsi; che accusava Ancona dell'avere assoldato truppe, averle mandate a campo contro le terre della chiesa, e di armare la città; che, ripeteva, avere lui fatto ammazzare il Buldrino ad istanza d' Ancona, sperando di averne favore , e in quella vece avere ella tratto a' suoi stipendii le schiere buldri-nesche, ed eccitato i fermani a fargli guerra per cacciarlo dal mondo ; che sclamava , lui non volere , che la fatta lega avesse alcun vigore; dovesse Ancona staccarsi al tutto dal Varano, ed attaccarsi a lui: se noi facesse, avrebbela a nemica, le farebbe ogni danno.
      Tutto mostra, ma più che tutto, questa ultima intimazione mostra, quanta perfidia fosse in lui. Perciocché egli desso aveva tentato di trarre a se il Varano, e distaccarlo da Ancona, e non essendogli riu-


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Storia d'Ancona dalla sua fondazione all'anno MDXXXII
Volume Secondo
di Agostino Peruzzi
Tipografia Nobili Pesaro
1835 pagine 461

   

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